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Mettete assieme Amanda Lear e Nino D'Angelo, il porto di Marsiglia e l'isola di Procida, la Bibbia e Baudelaire, tre nani, e un travestito che ha lo spessore tragico di un personaggio di Genet. In una sintesi esistenziale degli anni Ottanta, in piena epoca di disimpegno politico, eroina facile, nuove rivendicazioni sessuali e incredibili cotonature, Alessio Arena ci dona un romanzo tragicomico dissacrante che è anche un film, un copione cinematografico che interpreta se stesso. Si alternano così le vicende di un uomo innamorato dell'idea di essere donna, o di essere, più semplicemente, Dio in Terra, nella preparazione della sua complessa, bizzarra e inedita Trasfigurazione. Dove si piange, si ride e si balla come da tradizione partenopea.